La pasta con la mollica

  admin   Mag 07, 2017   I Sapori, Primo Piano   0 Comment

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In molte regioni italiane il piatto tipico legato alle “Tavole”, le mense condivise che si preparano il giorno di San Giuseppe, è la pasta con la mollica, un primo piatto dal gusto originale per le sue note dolci. 

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In Molise il giorno della festa è preceduto da grandi infornate di pane dal quale si dovrà ricavare la mollica necessaria per la ricetta dei “maccarune c’a meglìche” (maccheroni con la mollica), che vengono preparati anche per la vigilia di Natale.

Maccarune c’a meglìche – Molise

Ingredienti per quattro persone:
2 etti abbondanti di mollica di pane fresco
2 cucchiaini rasi di sale
2 cucchiaini di zucchero
5-6 cucchiai d’olio d’oliva
2 manciate di uva passa
8-10 chiodi di garofano
3 etti di vermicelli bucati (o spaghetti)

Preparazione:
Strofinare fra le mani la mollica di pane fresco fino a ridurla in minutissime briciole e lasciarla riposare in una ciotola. Triturare fra le mani i chiodi di garofano, in modo da ridurli in polvere.
In una padella capiente far scaldare, a fuoco basso, l’olio e poi versarvi, in successione, la mollica, il sale, l’uva passa, lo zucchero e la polvere di chiodi di garofano, lasciando insaporire l’insieme finché non diventa ben dorato.
Cuocere i vermicelli o gli spaghetti e scolarli al dente, poi versarli nella padella con la mollica, in modo che si insaporiscano bene: la tradizione vuole che la pasta venga condita direttamente con le mani.

I maccarune c’a meglìche si mangiano sia caldi che freddi, come quando vengono recapitati per devozione di casa in casa. Questo piatto infatti fa parte di quelle pietanze della tradizione, in numero variabile da 13 a 19, che non possono mancare al banchetto che si offre per grazia ricevuta e secondo un preciso rituale a parenti e amici.
Nella stanza più grande della casa viene allestito un piccolo altare con l’effige del Santo ricoperto di fiori, freschi e di carta, e di prodotti della terra. Viene preparata in gran quantità “‘a pezzènte”, una zuppa di legumi che andrà distribuita ai poveri e un minimo di tredici portate: arance condite con zucchero e olio di oliva, composta di sottaceti misti, fagioli, ceci, piselli, cicerchie, fave, granchi di fiume, lumache, scherpelle (pasta di pane fritta a forma di bastone e condita con sale o zucchero), baccalà gratinato, verdure ed infine i maccheroni con la mollica.
Nella preparazione è coinvolto il vicinato che la sera della vigilia si raccoglie intorno all’altare e intona, con l’accompagnamento della fisarmonica, ‘i tenìje, le litanie.
Il giorno della festa dopo aver pronunciato il saluto “Gessemmarìe”, ovvero “Gesù e Maria” come ringraziamento per l’abbondanza di cibo, ad un tavolo siederanno il Vecchio e la Vecchia e gli Angioletti interpretati dai bambini, in un altro gli ospiti, ossia tutti coloro che andranno a visitare la casa.

La “pasta cu la muddica” (pasta con la mollica) è anche la pietanza che viene servita su un grande tavoliere per essere distribuita a tutti i fedeli presenti al Banchetto dei Santi delle Cene di San Giuseppe a Salemi, in Sicilia e portata in dono alle persone anziane, ai malati in ospedale, ai religiosi nei conventi.

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La ricetta prevede che gli spaghetti, cucinati al dente, vengano conditi con la mollica di pane fresco insaporita con poco zucchero, prezzemolo tritato, cannella e olio extravergine di oliva e che la pasta venga consumata prendendola con le mani.  

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