Mediterraneo: in mezzo alle terre. La parola definisce un luogo geografico, una porzione di superficie, un’area delimitata, ma il Mediterraneo è molto più: è uno spazio.
Il concetto di spazio evoca intuitivamente una estensione in cui si muovono i corpi e che appare indipendente dal tempo, tridimensionale e illimitata, rispetto alla quale si immagina una sorta di dilatazione, di evanescente dissolvenza dei confini, che evoca, nascondendola, la presenza di altro, oltre. Il Mediterraneo è spazio fisico, storico e culturale, è spazio aperto che ribolle di vita e di idee, in cui da secoli si incontrano e scontrano identità e idealità fortemente differenti, accomunate dal fatto di essere lambite dallo stesso mare.
La fisica insegna che l’acqua in cui sono disciolti sali è un ottimo conduttore e il mare fra le terre lo è sempre stato, un “continente liquido” da vivere e da attraversare, scambiando beni e conoscenze, generando arricchimento dalla contaminazione e dalla mescolanza.
Queste le ragioni della denominazione spaziomediterraneo che rafforza l’idea di fondo unendo le due parole ed accompagnandole ad un segno grafico che ne è il monogramma. Sulla “M”, quasi un’onda azzurra, elemento portante di tutto l’impianto, si innesta idealmente la “S” tracciata in giallo oro perché è lo spazio della sapienza che è l’insieme delle conoscenze e delle competenze, frutto dell’intelligenza e del saper fare degli uomini.
I due segni si sviluppano acquistando forza espansiva, ancorandosi e bilanciandosi nella comune presenza, e non sono racchiusi in altri segni ma in posizione di ideale apertura ed accoglienza verso l’esterno.
Grazie a Roberta De Cristofaro, graphic designer.